Intervista al Prof. Eugenio Del Toma

Prof. Associato di Nutrizione Clinica, Università Campus Biomedico, Roma
Primario Emerito Dietologia e Diabetologia
Presidente onorario Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI)
studio: Clinica Villa Flaminia, via Bodio 58 - Roma
Verso la fine degli anni 70, quando nessuno scacchista poteva immaginare
che i computer inculturati dai migliori campioni avrebbero finito per
lottare e vincere contro i loro stessi Maestri, cominciarono a
diffondersi nei grandi Ospedali anche i programmi di dietologia
computerizzata.
Estremamente semplici, ma giù utili per realizzare diete che non si
limitavano al semplice conteggio calorico e coinvolgevano anche
equilibri vitaminico-minerali, diedero ai medici (all’epoca gli unici
depositari insieme ai dietisti del sapere dietoterapico) un aiuto di
tempo e di precisione impensabili a confronto con la farraginosa
compilazione manuale delle diete più complesse.
Il livello dei migliori software è cresciuto a dismisura fin quasi a
permettere, anche a un dilettante munito solo di buonsenso, di compilare
diete tecnicamente impeccabili, pur se qualche volta impropriamente
assegnate dall’operatore a un paziente magari poco studiato e bisognoso
di accertamenti preliminari più adeguati alla sua realtà biologica..
Inoltre, i programmi più recenti come WinFood hanno ampliato la gamma
degli alimenti ben oltre le vecchie tabelle dell’INN (rev.2000)
raggruppando gli alimenti anche in base al loro indice glicemico.
Un altro punto delicato è la maniera di comunicare un programma
dietetico, per definizione limitativo della libertà alimentare, mediante
un messaggio cartaceo poco comprensibile nei suoi risvolti pratici e
soprattutto nelle varianti ammesse a compensazione e integrazione dello
schema base.
Troppe volte il professionista appagato dalla presentazione e dai
contenuti della dieta computerizzata, del tutto soddisfacente anche
nella personalizzazione dei suoi titoli accademici e perfino dei
consigli pratici sulle modalità di scelta, di trattamento e di
conservazione degli alimenti selezionati, sottovaluta l’importanza della
sua voce per umanizzare l’imperiosità delle prescrizioni
computerizzate!
Anche i migliori programmi dietetici, tra i quali si è inserito ormai
con successo WinFood, hanno bisogno di essere partecipati e commentati
dalla parola di un professionista competente e capace di smussarne gli
aspetti limitativi, per garantirsi l’accettabilità e quindi i vantaggi
salutistici di una convinta e metodica aderenza al programma.
Le limitazioni dietetiche anche quando sembrano accettabili incidono
comunque sulla vita e sull’immaginario dei pazienti, sovvertendo
abitudini e gusti di grande rilievo simbolico che ogni paziente vorrebbe
proteggere da qualsiasi intrusione non concordata.
La dietetica computerizzata non può ignorare il vecchio detto popolare
“pugno di ferro in guanto di velluto”, al riguardo sono convinto che
anche i programmi più moderni e ben fatti debbano essere sempre
illustrati ai pazienti dalla voce amica del professionista piuttosto che
consegnati in busta come un diktat tecnico indiscutibile e
irreversibile.
L’esperienza insegnerà anche ai giovani medici l’importanza di una
contrattazione supplementare o di una verifica col paziente e quindi
bisogna apprezzare i programmi che vantano una più vasta gamma di
sostituzioni possibili o che aggirano, quando possibile, alcune scelte
preliminarmente contestate dai pazienti soltanto per motivi di gusto o
di tradizioni.
Al riguardo, ho notato con piacere che negli ultimi decenni la dietetica
computerizzata ha curato e migliorato l’umanizzazione dei suoi
responsi.